giovedì 15 marzo 2007

Cellule spente


Il Ministro della Pubblica Istruzione ha dettato la linea di indirizzo in merito all’utilizzo di cellulari e altri dispositivi elettronici a scuola: durante le lezioni, tutto spento. Pena il temporaneo sequestro.
Sono molti gli italiani che hanno frequentato le scuole quando i cellulari pesavano ottanta chili ed erano proprietà esclusiva di pochi alieni. In classe ci si distraeva con metodi più rudimentali. Per i più mansueti c’era la battaglia navale col compagno di banco, fingendo di prendere appunti. Per i creativi la scrittura, i disegnini, o la lettura dei fumetti, fingendo di prendere appunti. Quelli vivaci lanciavano palline di carta e saliva, con penne-cerbottane, tra le chiome delle ragazze. I più audaci miravano direttamente ai professori. I balordi, poi, facevano di tutto per sollevare l’ilarità della classe con battute di vario genere (a seconda che l’istituto fosse un liceo o un professionale, la pesantezza delle battute variava) e attività sovversive. Dopo un quarto d’ora erano fuori, o dal preside. I secchioni prendevano appunti.
Forse oggi, in classe, le cose sono un po’ diverse: i più mansueti giocano a battaglia navale col cellulare; i creativi mandano sms poetici alle ragazze; i più audaci sms sconci alle ragazze; i balordi fanno squillare il cellulare, che come suoneria fa delle scoregge; i secchioni prendono appunti.
Comunque sia, con o senza telefonini, c'è sempre – come sempre c’è stato – chi è dotato di una certa intelligenza e chi solo di cellule spente.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non c'era bisogno di una legge ad hoc bastava far rispettare le circolari viggenti

Il Barbagianni ha detto...

Ho stanato solo oggi -e pure per caso- il tuo blog: assai stiloso, complimenti!

Dr. Dolanius ha detto...

@ultime notizie: in effetti si. E non credo la legge stravolgerà le abitudini e/o l'educazione dei giovincelli.

@il barbagianni: grazie! oggi ti visito.