martedì 13 marzo 2007

De Esternatione




Joseph Alois da Marktl am Inn, in arte Benedetto XVI, non passa giorno che non dica la sua sul matrimonio. Giustamente, chi può esprimere meglio giudizi in merito, se non chi appartiene alla casta dei celibi per vocazione? E allora niente eucaristia per i divorziati – ascoltino bene certi leader di partito – e, di nuovo, difendiamo la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Ma ciò che non si capisce bene è cosa possa minacciare la famiglia composta da uomo e donna, cattolicamente intesa. Un’unione regolamentata tra due uomini o tra due donne? Una convivenza eterosessuale fuori dal rito del matrimonio? Un’unione zoofila tra uomo e animale?
O forse la paura che, dando qualche diritto a chi decide di convivere (siano omo o etero), buona parte delle coppie – cattolici inclusi - preferirebbe questo tipo di unioni al matrimonio? E resta ancora oscura la minaccia al matrimonio. Se, effettivamente, i timori sono relativi all’introduzione di una possibilità diversa per chi vuol convivere, il problema sarebbe tutto interno alla chiesa cattolica: Sua Santità si preoccupi di minacciare i cattolici non convinti del matrimonio, piuttosto che imporre il matrimonio a chi cattolico non lo è e, per questa e tante altre ragioni, non lo vorrà mai essere. E abbia almeno il coraggio di parlare chiaro: se il Parlamento introduce Dico, Pacs, coppie di fatto o altro il Governo cade.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao. Mi chiamo Daniela, cattolica ed eterosessuale e da molto tempo cerco di instaurare un dialogo di reciproco rispetto con tutti. Da 20 anni circa collaboro anche col gruppo gay credente "Emmanuele" di Padova.
Quanto penso sulla recente ingerenza di Ratzinger si trova in vari punti del mio blog. Qui mi limito a postare l'ultimo intervento (occhio anche ai commenti), http://danielatuscano.wordpress.com/2007/03/12/paola-binetti-mi-risponde/e una riflessione in merito.

Il tema di fondo non sono i DiCo-Pacs e simili. è un altro, culturale e antropologico. Etico. Non può essere ridotto a querimonie da Azzeccagarbugli o infangato da qualche italiota salotto televisivo. Troppa meschinità, troppa malafede, troppa spettacolarizzazione. Troppo ideologismo da bar rionale.

D’altra parte mi riempie d’indignazione l’arroccamento persecutorio della Chiesa ratzingeriana su questo tema. Anche Giovanni Paolo II la pensava nello stesso modo (pur se il suo linguaggio, già duro, non aveva però raggiunto simile violenza e, oserei dire, volgarità), ma, a parte la disparità intellettuale tra i due, risulta evidentissima l’ossessione di Benedetto XVI soprattutto contro gli omosessuali (definiti proprio ieri col termine antico e, si sperava, superato, “contronatura”). Per lui sono l’incarnazione del nuovo relativismo-paganesimo-decadenza ecc. ed è assolutamente logico il suo rifiuto anche solo di discutere con loro (e, in misura minore, con gli altri soggetti sociali “deboli e deviati”: divorziati, coppie “irregolari”…). Se essi rappresentano il Male Assoluto sempre e comunque, un dialogo costituirebbe necessariamente un segno di debolezza e di cedimento (a questo proposito ti rimando al link http://www.gruppoemmanuele.it/news/puntidivista.htm ). Col Male non si discute, lo si combatte e basta. A ragion veduta ho quindi scritto che Ratzinger è “contro gli omosessuali” e non solo “contro la legislazione (anche) a loro favore” http://www.ratzinger.it/documenti/leggi_omosessuali.htm. Quest’ultima opposizione esiste, naturalmente, ma in conseguenza della prima.

Inoltre, la visione di Benedetto sull’odierno mondo occidentale è totalmente negativa.

Pertanto, benché tale processo di sostanziale affossamento del Concilio Vaticano II sia iniziato già col precedente papato, oggi assistiamo a una fortissima accelerazione di tale linea. Anche perché, a differenza di Giovanni Paolo II, l’attuale Pontefice è sostanzialmente poco interessato agli altri temi: pace, ingiustizie e salvaguardia del pianeta (tranne, si capisce, alcuni richiami, che a volte sono colpevolmente ignorati dai media, ma in altri casi risultano meno frequenti, incisivi e concreti).

Poi so anch’io che esistono gruppi di pressione che non bisogna assecondare, e va da sé che a certi presenzialisti tv, fossero essi gay, etero o bisex, non affiderei nemmeno un canarino; ma la faccenda non si riduce certo a queste caricature.

Daniela Tuscano

Anonimo ha detto...

Tutti hanno il diritto di esprimere il loro parere e quindi anche il Papa. Ci sono dei cattolici che si aspettano di essere "guidati" e si aspettano che il Papa esprima un parere a riguardo. Non è molto difficile capire la paura del Papa... Se si danno agli omosessuali gli stessi diritti delle coppie etero, un domani, potranno anche adottare i bimbi e ciò non è ammesso da una religione che vede la prolificazione come apoteosi nell'unione uomo-donna. Per parlare più concretamente, viviamo in uno stato già vecchio perchè il numero delle nascite è diminuito notevolmente. Se alla richiesta delle coppie con bambini, o con la possibilità di averli, per le case popolari si aggiungono anche le richieste dei dico, andiamo a ridurre ancora di più i mezzi di sussistenza delle coppie giovani con bimbi e queste prolificheranno sempre meno.

Anonimo ha detto...

Sai, non capisco che problema avete voi atei perchè penso che,da come ti esprimi, tu non sia cristiano cattolico.
Io invece sì..e sai che ti dico?
Che sono fidanzata e convivo.
Vi ostantate ad andare contro il Papa che parla secondo i principi della religione cristiana..e se a voi non ve ne frega niente, che male può fare?
Si sà che se il governo riuscirà a rendere questa proposta dei DICO perlomeno accettabile, verranno instaurati nella nostra società perciò ti dico ancora una volta: ma che t'interessa??
Invece di riconoscergli la forza di andare avanti e seguire ciò che pensa sia giusto come l'importanza della famiglia fondata sul matrimonio, no al matrimonio dei gay ecc.., continuate a dire che deve stare zitto.
Tanto se tu deciderai di convivere o di far parte di un DICO..ti importerà poi molto del papa?
.........................
GIORGIA

Anonimo ha detto...

Avevo studiato alle scuole elementari, alle quali mi sono fermato, che al fine della procreazione occorre un soggetto di sesso maschile ed uno di sesso femminile. Pertanto, se un uomo è affascinato, persuaso, attratto dall'apparato intestinale di altro uomo (es. ano e retto), non dovrebbe riuscire a riprodursi.
Pertanto, mi pento amaramente di non aver continuato a studiare, in quanto avrei scoperto tante cose nuove. Per esempio che i sessi in natura non sono 2, ma quattro o forse cinque o più: soggetto maschio, femmina, gay, lesbica. ecc. ecc. Avrei capito, leggendo tanti giornali, che la sessualità è un arcobaleno, pertanto è naturale assere attratti sessulamente anche dallo stesso sesso, da un bimbo, da un cane, un gatto, un cavallo, un cadavere ecc.
Allora, il Papa parla proprio a vanvera, è rimasto ancora ad Adamo ed Eva ! Non si aggiorna !!
Grazie Stato Laico e Moderno, che mi apri la mente verso confini nuovi e sconosciuti (davvero)della realtà.

Dr. Dolanius ha detto...

Dunque. Le vostre posizioni sono rispettabilissime e in parte condivisibili. Il problema che è che il papa non si rivolge ai cattolici, ma vuol "imporre" il matrimonio cristianamente inteso a chiunque voglia vivere insieme. Io vi invito a riflettere: se voi, Giorgia, anonio e Daniela, siete cattolici, chi vi può togliere il matrimonio? Ciò che scrivevo nel post è che se uno ha dubbi sul matrimonio così come la chiesa lo intende, deve farsi l'esame di coscienza per capire quanto sia veramente cattolico. Il libero arbitrio concerne anche il cattolicesimo. Se qualcuno, per assurdo, proponesse di abolire definitivamente il matrimonio cattolico, io (agnostico più che ateo) sarei il primo a protestare.
Affiancare altre regole (diritti/doveri) di convivenza al matrimonio è solo un vantaggio.
Saluti.

Dr. Dolanius ha detto...

@anonimo2:
a me sembra che molti di quelli che parlano come te, abbiano paura di essere "aggrediti" dai gay. Mi pare superflo ripetere che anche i preti non si riproducono (cosa connaturata all'uomo) e anche alcuni di loro, ahimè, non sono esenti da peccati (pederastia in primis). Ed è pur superfluo ricordare le tante persone omossessuali che hanno reso immortale il loro nome per opere ed imprese memorabili. La perversione non ha sesso. Fatti un giro in una videoteca porno o in un pornoshop.

Anonimo ha detto...

Dunque, Dolanius, mi dispiace davvero, ma non mi hai capita. Forse non mi sarò spiegata bene, ma ho pur scritto che coi gay collaboro da vent'anni e il mio post voleva essere una mano tesa, anche perché in molti punti condivido quanto affermi.

Di conseguenza io non mi sento affatto "aggredita" né dagli omosessuali, né dagli "altri" che scelgono di non sposarsi. Neppure io lo sono, se è per quello (anzi, sono reduce da un'unione "irregolare").

Invece sono stata fatta passare per un'intollerante bigotta. Ti ringrazio infinitamente, ma ti consiglio di leggere i messaggi con più attenzione, e forse scoprirai che si può essere cattolici ma non antigay, stupidi o intolleranti.

Cordialità

Daniela Tuscano

Anonimo ha detto...

Sarebbe molto intelligente prima di fare commenti o, parlare di differenza tra matrimonio cattolico e civile leggersi qualche documento, qualche libro...documentarsi. La cultura del: "le so tutte" o "ho risposte per tutto" è meglio lasciarle ai sapienti, quelli autentici.Fabio

Dr. Dolanius ha detto...

@daniela: il mio commento, infatti, non era rivolto a te, ma all'anonimo n.2 che ironizzava sulla natura dei sessi.

Anonimo ha detto...

D'accordo, ma tu testualmente hai scritto: "...se voi, Giorgia, anonio e DANIELA, siete cattolici, chi vi può togliere il matrimonio?". In casi come questi, nemmeno l'italiano è un'opinione, e fino a prova contraria io mi chiamo Daniela. Pertanto quella domanda assurda è stata rivolta anche a me.

Daniela Tuscano

Dr. Dolanius ha detto...

@ daniela:
ne penultimo commento hai scritto:
"Di conseguenza io non mi sento affatto "aggredita" né dagli omosessuali, né dagli "altri" che scelgono di non sposarsi." E io nel susseguente commento ti ho risposto che mi riferivo all'anonimo2. Per quanto rigurda il matrimonio, si, mi riferivo a voi. E ripeto: chi può togliere ai cattolici il matrimonio con tutti i crismi?

Anonimo ha detto...

Sono il Sig. Anonimo 2.
Sicuramente se un gruppo folto di gay "mi aggredisse", a turno, avvertirei la cosa con un certo senso di "contro natura", forse ad altri no..dipende..boh!
La mia voluta "medioevale" ironia vuole essere semplicemnte una provocazione a tutti:
Una cosa è il rispetto della DIGNITA' del Tu che ho difronte giornalmente. Altra cosa è una cultura, che si afferma moderna, di cui tutti siamo impastati, che mina i fondamenti dell'antropoligia e della scienza (e non occorre il Vangelo).
Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

Tratta da "Coito" di Gabriele Iarusso

AL CARDINALE

disgrazia
e` quella fetta d'amore
che la notte nel letto nessuno ti concede
disgrazia
la tua vita lusso
la tua pancia
la tua effeminata pelle da coprire ... dover coprire
santo di chiesa
disgrazia e` la masturbazione
su qualche immagine sacra ...
disgrazia
quell'irrefrenabile voglia di abbuffo
nascosto
quel succhiato coso
privato del gemito
vecchio/ e alle piu` schifoso
Disgraziato quell'ambiente isolato
il volto rosso sudato
compresso
il corpo
tonaca nera fascia rossa o viola...
disgrazia
e` quella bocca da prendere
solo di nascosto
questo e` quanto piu` odi
ma per una comune farsa
continui
Vescovo cardinale
la disgrazia e` il non avere amore
da nessuna cosa
... soli in quattro mura enormi
vinti ... repressi

La disgrazia
e` per chi in voi s'illude
di poter trovare un lume

Anonimo ha detto...

AMEN

anomino 2

Dr. Dolanius ha detto...

@anonimo2:
Mi spiace. Ma "una cultura, che si afferma moderna, di cui tutti siamo impastati, che mina i fondamenti dell'antropoligia e della scienza" è una cosa che non sta nè in cielo, nè in terra. L'antropologia è lo studio di tutte le culture e manifestazioni dell'uomo nello spazio e nel. tempo. L'omosessualità, la poligamia, l'avuncolato, il tifo da stadio, il giappone delle geishe sono tutti argomento di antropologia. La scienza, poi, è più probabile sia contraria al cattolicesimo che all'omosessualità. Ciò di cui tu parli sono gli eccessi: e posso ammettere tranquillamente che un'eccessiva ostentazione di pratiche omosessuali sia di cattivo custo nonchè lesiva degli stessi gay. Come gli eccessi dei tifosi sono di cattivo aiuto al tifo pulito. Come il doping mette in cattiva luce lo sport vero. Come certi padri che vanno con i trans minano la famiglia più di ogni altra cosa.
Non credo debbano essere i casi devianti a definire un genere.

Anonimo ha detto...

X giorgia ,mi dispiace dirlo,che si definisce cristiana,il tuo commento ricorda i toni che usa spesso questo Papa :
Quanto di più anticristiano ci possa essere.
Tu stai con Ratzinger e la Controriforma,noi con Giovanni XXIII e il Concilio

Anonimo ha detto...

Rassegnati, i tuoi amati politici a cui hai regalato il tuo voto ti hanno voltato le spalle: niente di.co. Anche il comunistissimo Fassino ha detto che non sono così urgenti (trad: dobbiamo pensare a cose importanti, se vogliamo salvarci il culo). Dunque, per negare il fallimento da elettori, che si fa? Si critica la chiesa...un evergreen che non sbaglia mai! come se la chiesa fosse la terza camera del parlamento....SIETE STATI FREGATI, VI HANNO ILLUSO, METTETEVELO IN TESTA!

Anonimo ha detto...

Bene, Dolanius, allora adesso mi spieghi perché ti riferivi a me con queste frasi:

"Per quanto rigurda il matrimonio, si, mi riferivo a voi. E ripeto: chi può togliere ai cattolici il matrimonio con tutti i crismi?".

Attendo una risposta dettagliata, poiché la mia, a questa domanda, non può che essere "nessuno", e infatti MAI e poi MAI ho tirato in ballo il discorso "matrimonio". Di conseguenza la mia conclusione era corretta: mi hai accomunata ai papisti. Rinnovo il "grazie".

Segnalo, per gli altri, che il mio intervento sulla Binetti era in homepage sul sito dell'Arcigay milanese. Ora ovviamente non più, trattandosi di notizia di un paio di giorni fa, comunque è sempre ben visibile qui: http://www.arcigaymilano.org/stampa/rs.asp?BeginFrom=0&ID=28324 . Con buona pace di Doctor Dolanius, al quale probabilmente pensare che tutti i cattolici siano fondamentalisti fa molto comodo. Mi dispiace deluderlo ma, anche se mi ha offesa, non accetterò mi si dipinga come non sono.

Daniela Tuscano

Anonimo ha detto...

Post scriptum. Hai pure scritto "Vi invito a riflettere". Gradirei mi spiegassi il perché, visto che non avevo attaccato nessuno, men che meno te e le tue idee, le quali - torno a dire - per molti versi sono simili alle mie. Per quanto mi concerne il mio invito è più semplice e banale: ti "invito" a leggere, magari senza pregiudizi.

Daniela

Dr. Dolanius ha detto...

Innanzitutto, non penso affatto che tutti i cattolici siano integralisti. Per me chiunque può avere il suo credo, purchè non sia lesivo o purchè non imponga nulla a chi con quel credo non vuol aver nulla ache fare.
Alla suscettibile e permlosa Daniela voglio dire che non ho nessun problema a scusarmi, se si è sentita da me inclusa o ghettizzata in una fazione che lei sente estranea. Concedendo anche il mio errore nell'accomunarla ai "papisti", non credo comunque di aver offeso nessuno ponendo la semplice domanda: chi può togliere ai cattolici il matrimonio con tutti i crismi?. O no.

p.s.: tra l'altro il tuo intervento l'ho anche letto.

Anonimo ha detto...

La domanda in sé non è offensiva, ma, poché non c'entra nulla col mio discorso, insisto nel dire che non mi hai letta o, se sì, non mi hai capita e ti ostini a non farlo. Quindi ri-chiedo: perché ti sei rivolto a me?

"Concedi" poi il tuo errore, vale a dire che puoi pure tollerare che io non accetti di essere posta in una fazione che "sento" estranea, ma sembra di leggere, tra le tue parole, che invece per te non lo è.

Scrivere che "ognuno può avere il suo credo purché non lesivo o imponga nulla agli altri" è per me talmente pacifico da risultare banale. I miei genitori non sono credenti. Io sono cattolica e voto a sinistra. Il mio partner era musulmano. Collaboro con gruppi gay. Potrei continuare. Ma tanto, per te, è inutile e poi mica devo giustificarmi. Sono stanca di queste caricature del cristianesimo ad opera dei Ruini da un lato e dei faziosi dall'altro.

Riporto qui - sempre per gli altri, non per te - un bellissimo intervento di Enzo Mazzi pubblicato da "Liberazione" l'8 marzo scorso. Buona lettura a chi vuol dialogare.

"I profeti di sventura che Roncalli non amava"


Etsi Ruini non daretur, come se Ruini non ci fosse: questa parafrasi di uno slogan da far risalire al giurista olandese del XVII secolo Ugo Grozio, rilanciato dal grande teologo evangelico tedesco Dietrich Bonhöffer, è lo slogan che caratterizza nella sostanza la vita della maggioranza degli italiani. Non solo dei cosiddetti atei, ma anche dei cristiani e delle cristiane credenti, e perfino di preti, religiosi, suore, teologi. Non vale invece per i centri di potere e in primo luogo per quelli del potere mediatico. I quali ti obbligano alla fine a parlare di Ruini anche se non ne avresti nessuna voglia e quindi ad entrare in contraddizione col tuo sistema di vita.

Quel vivere una spiritualità e religiosità personalizzata, come se non ci fossero dogmi e imposizioni morali dall’alto, lo chiamano “religione fai da te”, in parte a ragione e in parte a torto.

A ragione perché si tratta di un’estensione dell’individualismo moderno alla dimensione religiosa ed etica. E’ la religione del danaro che è essenzialmente individualista. Il dominio della mediazione del danaro, astrazione quasi assoluta, frantuma tutti i rapporti umani, tutte le relazioni, da quelle più intime a quelle sociali e politiche a quelle ecclesiali. Il “fai da te”, non come autonomia responsabile dell’essere individuo in relazione, ma come autismo imposto dalla competizione generalizzata, “ognun per sé Dio per tutti”, ben rappresentato oggi da berlusconismo, si estende a tutte le dimensioni della vita compresa la dimensione della religiosità e della fede. Il grande errore di Ruini e di
Ratinger è di non vedere come il dorato mantello dell’identità
cristiana-cattolica con cui tentano in ogni modo di ravvolgere l’Occidente e il mondo copre e cova e favorisce e sacralizza in realtà la “guerra di tutti
contro tutti”. L’identità cristiana non è un mantello protettivo è una coltre funeraria, non è una cupola che nobilita è un sarcofago dell’amore cristiano e del Vangelo. Perché tanti mugugni, tanto dissenso sotterraneo, e pochissime prese di posizione aperte di fronte a questa
aggressività ruiniana? Perché nessun teologo esce allo scoperto per dire quello che pensa di una teologia come quella di Ratzinger che non pochi considerano anticonciliare? La paura, certo. Ma la paura è una giustificazione che regge solo fino a un certo punto. Al fondo c’è io credo una
impostazione individualista della pastorale e della stessa ricerca
teologica, c’è una frantumazione dei rapporti intraecclesiali, c’è una specie di ritorno feudale. E questo è il secondo grave limite che io vedo nel pontificato di Giovanni Paolo II ereditato dal papa attuale e da Ruini.
L’esasperazione del centralismo vaticano ha favorito l’individualismo
moderno in alleanza con il dominio del danaro perché ha distrutto la
circolarità dei rapporti intraecclesiali, ha impedito il realizzarsi della rete delle relazioni, imponendo invece la dimensione radiale, un po’ come nelle ruote di una bicicletta, in cui ogni punto periferico è in
rapporto con gli altri solo passando attraverso il centro, che tutto tiene insieme e tutto controlla.

E veniamo all’altra faccia della questione. E’ anche a torto che si
definisce “religione fai da te” questo impostare sostanzialmente la propria vita “come se Ruini non ci fosse”. Perché il sottrarsi agli insopportabili imperativi ruiniani, nella misura in cui è fatto consapevolmente e positivamente, costituisce la premessa per una sana ricerca di
laicità. E’ un modo per radicare la laicità nell’humus fecondo degli elementi essenziali della sopravvivenza, sottraendola ad ogni lotta ideologica e ad ogni scontro di poteri. E’ vedere la laicità secondo il senso etimologico della parola, la quale proviene come si sa dal termine greco laos che significa popolo.

Certo la premessa, il sottrarsi alle imposizioni etiche dall’alto,
chiede che poi si sviluppi la ricerca di una liberazione della religiosità dal dominio del sacro.

E’ la ricerca ad esempio che stanno conducendo le comunità di base in Italia e nel mondo. Esse lavorano per far emergere e sanare traumi spirituali e morali che la mente e tutto il corpo hanno patito perfino a loro insaputa e che si manifestano poi come blocco della speranza, spavento senza parola, vuoto dell’anima. Lavorano per passare dalla perdita inconsapevole e dall’angoscia talvolta senza nome alla ricerca di senso e di speranza: questo vuol dire per loro comunità, primato delle relazioni senza confini, cristianesimo dei segni dei tempi, religione dell’amore critico e creativo. Anche da qui, da questa rivoluzione delle e nelle religioni passa l’anima sociale e solidale del processo di
globalizzazione. Perché una tale liberazione della religiosità dal dominio del sacro è un aspetto, non secondario ma certo parziale, di una liberazione più generale dalla cultura della competizione globale. Verranno i tempi
della liberazione. Ma forse sono già questi, qui e ora, e non ce ne
avvediamo perché i nostri occhi sono offuscati da una nebbia fitta.

Che s’ingrossa col moltiplicarsi dei fondamentalismi di fronte ai
problemi etici inediti che c’inquietano: manipolazioni genetiche, senso di illimitatezza delle conquiste della scienza, dissolvimento delle frontiere tradizionali fra vita e morte, nuove forme di convivenza, nuove
dimensioni del diritto internazionale. Tutte sfide immani che richiedono da un lato vigile senso critico ma dall’altro anche il diradamento della nebbia che c’impedisce di trovare la strada giusta. Non si trova tutti insieme la rotta più giusta se ognuno o qualcuno, specialmente se dotato
di potere, è convinto di essere la stella polare e di possedere la
chiave della verità e ti acceca con la sua luce. C’è poi l’accentuarsi della globalizzazione che rimescola tutte le carte. Il processo di
globalizzazione può sfociare nello “scontro di civiltà” con l’arroccamento nelle identità codificate e l’enfatizzazione e il potenziamento anche strutturale ed economico degli universi simbolici e delle istituzioni religiose considerate fondamento e baluardo di ciascuna delle civiltà in
conflitto. O può invece sboccare nella “positiva contaminazione” reciproca, su un piano di parità, fra culture e religioni e quindi nella realizzazione delle profezie di pace mondiale e globale.

In questo tsunami sociale che caratterizza il nuovo millennio, tenere ferma la barra della navigazione politica, e non solo politica ma anche sociale, penso ai movimenti e al volontariato, sull’asse della laicità è un compito complesso che richiede saggezza, duttilità, capacità di
mediare e però anche coraggio e fermezza.

E’ quasi d’obbligo concludere questa apertura alla speranza, di fronte ai pessimismi medievali di Ruini, col discorso di papa Giovanni, Gaudet Mater Ecclesia, nella solenne apertura del concilio ecumenico Vaticano
II. “Nell’esercizio quotidiano del Nostro ministero pastorale ci
feriscono talora l’orecchio suggestioni di persone, pur ardenti di zelo, ma non fornite di senso sovrabbondante di discrezione e di misura. Nei
tempi moderni esse non vedono che prevaricazione e rovina; vanno dicendo che la nostra età, in confronto con quelle passate, è andata peggiorando; e si comportano come se nulla abbiano imparato dalla storia, che pur è
maestra di vita, e come se al tempo dei concili ecumenici precedenti tutto procedesse in pienezza di trionfo dell’idea e della vita cristiana, e della giusta libertà della chiesa. A noi sembra di dover dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano eventi sempre infausti,
quasi che incombesse la fine del mondo”.

Che questo dissenso di papa Giovanni dilaghi e trovi la forza di manifestarsi.

Daniela Tuscano